Profilo psicologico delle vittime di narcisisti e psicopatici


- Posted by Giacomo Piperno
- Posted in Articoli Tesisti
*A cura di Francesco Maggiore
Quando si parla di violenze e abusi di qualunque tipo, una questione che merita una riflessione è l’utilizzo del termine “vittima”. Tale designazione fa pensare, infatti, ad un qualcuno che subisce passivamente un qualcosa, come suggerisce anche il dizionario italiano che la definisce come “chi soccombe all’inganno, alla prepotenza, alla violenza” (De Mauro, 2007). In tal modo emerge una certa passività e de-responsabilizzazione della persona di fronte a tale dinamica, escludendo la sua agentività e valorizzando la distorsione che il perverso attua. Ed è qui il paradosso. La vittima è attiva segue le sue prospettive, le sue emozioni, i suoi affetti ma tutto ciò viene posto in uno spazio artefatto, simulato dalla seduzione narcisistica, dalla perversione.
In questo senso, vittime di abusi da parte di narcisisti e psicopatici, devono essere considerate come all’interno di una relazione in cui vi sono due personalità che presentano specifiche caratteristiche in grado di facilitare l’incontro e la nascita di coppie patologiche.
Qual’è la differenza tra disturbo narcisistico e disturbo psicopatico?
Il DSM-5 riconosce all’interno delle sue categorizzazioni un disturbo narcisistico di personalità mentre il disturbo psicopatico non viene riconosciuta dal DSM, rientrando, nella nosografia psichiatrica, come specificatore del disturbo antisociale di personalità, un disturbo con molte differenze rispetto ad una personalità psicopatica. Dal punto di vista dei sistemi di classificazione internazionale dei disturbi mentali, il Disturbo Psicopatico di Personalità (DPP) è stato incluso invece nella sezione III dei “Modelli Emergenti e Misure” del DSM-5.
Il Disturbo Narcisistico di Personalità: i criteri diagnostici del DSM-5
Di seguito i criteri disgnostici DSM-5 per il Disturbo Narcisistico di Personalità:
Un quadro pervasivo di grandiosità (nella fantasia o nel comportamento), necessità di ammirazione e mancanza di empatia, che compare entro la prima età adulta ed è presente in una varietà di contesti, come indicato da cinque (o più) dei seguenti elementi:
1) ha un senso grandioso di importanza (per es., esagera risultati e talenti, si aspetta di essere notato come superiore senza una adeguata motivazione);
2) è assorbito da fantasie di illimitato successo, potere, fascino, bellezza, e di amore ideale;
3) crede di essere “speciale” e unico, e di dover frequentare e poter essere capito solo da altre persone (o istituzioni) speciali o di classe elevata;
4) richiede eccessiva ammirazione;
5) ha la sensazione che tutto gli sia dovuto, cioè, la irragionevole aspettativa di trattamenti di favore o di soddisfazione immediata delle proprie aspettative;
6) sfruttamento interpersonale, cioè, si approfitta degli altri per i propri scopi;
7) manca di empatia: è incapace di riconoscere o di identificarsi con i sentimenti e le necessità degli altri;
8) è spesso invidioso degli altri, o crede che gli altri lo invidino;
9) mostra comportamenti o atteggiamenti arroganti e presuntuosi.

Il Disturbo Psicopatico: classificazione della personalità
DPP è il primo disturbo di personalità riconosciuto in psichiatria, e così ha una lunga tradizione storica e clinica. La concezione moderna di Psicopatia è stata introdotta da Clerckley nel suo famoso lavoro divulgativo the Mask of Sanity (1941), e raffinata da Hare con la costruzione della PCL (1980, 1991), che tuttora è tuttora lo strumento gold standard per la valutazione del disturbo.

La Psicopatia è un disturbo di personalità caratterizzato da una costellazione di caratteristiche interpersonali, affettive e comportamentali (Hare 1988). Gli items e quindi gli aspetti caratteristici del disturbo sono:
1. Loquacità/fascino superficiale: disinvoltura e loquacità nella conversazione, capacità di dare risposte pronte, divertenti e intellingenti, o di raccontare storie improbabili ma convincenti su di sé che lo mettono in buona luce (anche se ne emerge un fascino superficiale);
2. Senso grandioso del Sé: opinione eccessivamente elevata del proprio valore e delle proprie qualità, che lo porta a risultare arrogante e supponente;
3. Bisogno di stimoli/propensione alla noia: il soggetto sperimenta facilemente la noia e tende per questo a mettere in atto comportamente rischiosi;
4. Menzogna patologica: tendenza a mentire come modalità frequente nelle interazioni con gli altri e con un’ottima abilità nel mentire;
5. Manipolazione: per conseguire un proprio scopo personale può far uso di inganni, menzogne e frodi manipolando gli altri;
6. Assenza di senso di colpa: assenza di emozioni morali quali colpa e vergogna e di preoccupazione per le conseguenze negative delle proprie azioni;
7. Affettività superficiale: può dimostrare freddezza emotiva oppure mostrare un’espressione teatrale, superficiale, recitata e di breve durata delle emozioni;
8. Deficit di empatia: mancanza di empatia, insensibilità e disprezzo per le emozioni e il benessere degli altri, visti unicamente come soggetti da manipolare per il proprio vantaggio;
9. Deficit del controllo comportamentale: discontrollo comportamentale, bassa tolleranza della frustrazione con comportamenti aggressivi di fronte alla critica e al fallimento, associati ad un’elevata irritabilità e disregolazione della rabbia;
10. Comportamento sessuale promiscuo: comportamenti e condotte sessualmente promiscue;
11. Mancanza di obiettivi e piani realistici a lungo termine: difficoltà nel formulare ed eseguire piani realistici a lungo termine;
12. Elevati livelli di impulsività;
13. Delinquenza in età giovanile con una storia di comportamenti antisociale in età adolescenziale;
14. Problematiche comportamentali precoci: gravi problemi comportamentali in età infantile (comportamenti persistenti di menzogna, furto, rapina, frode, piromania, assenze scolastiche ingiustificate, bullismo, vandalismo, fughe da casa, attività sessuali precoci).
Quali sono i vissuti che predispongono le vittime di psicopatici e narcisisti?
Possiamo considerare alcuni vissuti come caratteri che predispongono le vittime di psicopatici e narcisisti:
1. Provenienza da famiglie violente o abusanti: si accetta il partner psicopatico o narcisista come male minore rispetto alla famiglia di provenienza, anche le loro espressioni devianti sono visti come con luce accettabile rispetto alle loro esperienze passate
2. Ambiente familiare immaturo: i figli maturano prima per aiutare i loro genitori nei momenti del bisogno. Questo fa rientrare nella normlità il prendersi cura del partner narcisista o psicopatico con la speranza di risolvere i suoi problemi, la stessa speranza che avevano rispetto alla propria famiglia di origine.
3. La giovane età al momento dell’incontro con il patologico: la poca esperienza dei rapporti porta le vittime ad essere più collaborative, e sarà più facile al manipolatore far credere che il loro tipo di rapporto è la regola generale dei rapporti, arrivando a plagiare la vittima
4. Isolamento/fattori economici: Se il narcisista perverso è l’unico a lavorare oppure guadagna di più la minaccia di ritorsioni economiche clamorose quando abbandonato è all’ordine del giorno. Le situazioni più comuni lo vedono agire in due diversi modi rispetto all’indipendenza economica della donna: 1) o la sprona a lavorare, a fare qualcosa di subalterno (odierebbe vederla un gradino in più, ricordiamoci), di modo che provveda lei alle necessità basilari della famiglia (mentre lui si concede piaceri e capricci vari con i suoi personali guadagni); 2) oppure la impedisce di lavorare per tenerla sotto controllo, così da poter rinfacciare i sacrifici ai quali si è visto costretto pur di mantenere il benessere famigliare.
5. Figli in comune: l’idea di perdere il rapporto con i figli è la paura più grande per uomini e donne. Nel caso delle persone che hanno rapporti con dei narcisisti perversi questa paura è ancora più accentuata. Molti cercano di sopportare tutte le bugie e manipolazioni perché sanno che in sede di divorzio i perversi mentiranno talmente bene che nessuno darà loro credito. Infondere questo timore nei loro partners è un’arma infallibile e molto funzionale per i perversi.
6. Un’educazione estremamente stereotipata: in quei luoghi in cui l’uomo ha dei privilegi fuori del comune, nelle società molto maschiliste, è normale insegnare le figlie femmine a tollerare certi abusi, a tener duro per il bene della famiglia, a sopportare perché “ormai sei grande e non troveresti nessuno”. Anche in quei posti dove si considera la separazione un peccato mortale, la vittima cercherà di evitare il divorzio per paura di essere rifiutata nel suo ambiente, oppure per l’intimo senso di fallimento imposto dalla società nella sua psiche.
Quali sono le principali tattiche manipolatorie di narcisisti e psicopatici?

1. Gaslighting
Il “Gaslighting” è una tattica manipolatoria derivata dall’utilizzo di formule negative con cui si tenta di distorcere la realtà, intaccando la fiducia in sé stessi fino a spingere l’abusato a non denunciare maltrattamenti subiti.
un narcisista, o uno sociopatico attuano questa tecnica per convincere la vittima che loro hanno ragione e che il problema è che l’abusato è soggetto ad una disfunzione per cui non può ricordarsi quello che è successo.
2. Proiezione
Attraverso questo meccansimo di difesa l’abusante evita di essere ritenuto responsabile per le proprie mancanze.
Secondo l’esperto di Personalità Narcisista, il Dr. Martinez-Lewi, le proiezioni di un narcisista sono spesso psicologicamente offensive, non ammettono i propri errori preferendo scaricali sulle vittime in modo anche crudele, proiettando anche il senso di vergogna che prova nei propri confronti sugli altri.
3. Conversazioni prive di senso finalizzate a confonderti
L’intento di questo tipo di linguaggio è quello di destabilizzare. È un trucco utilizzato per depistare l’altro, distraendolo dal problema effettivo, inoltre attraverso questa tecnica cercano di screditare, creando sensi di colpa, perchè non in grado di capire l’altro solo perchè possiede pensieri ed emozioni differenti qualsiasi messa in discussione del loro pensiero diventa una ferita per il loro ego, e si defendono cambiando tema e registro del discorso fino a mettere sotto attacco la vita dell’altro.
4. Dichiarazioni banali, generalizzazioni e “lettura della mente”
Preferiscono generalizzare quello che gli si dice piuttosto che considerare una prospettiva diversa, etichettando in maniera banale la posizione altrui. Se viene criticato per un comportamento poco condivisibile, eviterà di discutere sul problema, sviando magari sulla personalità di chi ha mosso la critica, facendo credere che il punto di vista differente è un difetto del carattere o qualcosa di disfunzionale. Un’altra forma di distorsione cognitiva utilizzata è la presunta “lettura della mente”con cui presumono di sapere cosa si pensa, arrivando a conclusioni basandosi sulle proprie avversioni invece di riflettere sulla situazione, attribuendo all’altro anche parole non dette. Saltano frequentemente alle conclusioni basandosi su ciò che da loro fastidio piuttosto che fermarsi a riflettere seriamente sulla situazione. Reagiscono in base alle proprie illusioni ed ai propri errori logici e non chiedono scusa per il dolore che, di conseguenza, causano.
5. Cercare il pelo nell’uovo e sminuire i risultati ottenuti
La differenza tra critica costruttiva e critica distruttiva sta nella presenza di attacchi personali o di standard impossibili. Questi cosiddetti “critici” spesso non vogliono che si migliori, ma vogliono soltanto cercare il pelo nell’uovo, umiliare e diventare l’altro il capro espiatorio il più spesso possibile.
6. Cambiare discorso per fuggire dalle responsabilità
Questa tattica potrebbe essere riassunta con la frase “Che dire di me?”. L’intenzione è quella di distrarre dall’effettivo discorso in modo da spostare l’attenzione verso una questione completamente diversa. I narcisisti non vogliono che si riesca a richiamarli alle loro responsabilità, dunque rigirano i discorsi in modo che il loro punto di vista sia al centro dell’attenzione.
7. Minacce e ricatti
I narcisisti patologici si sentono attaccati quando la loro percezione di avere diritto a tutto, il senso di superiorità e la loro autostima vengono messi in discussione in qualche modo, e piuttosto di affrontare i disaccordi attuando dei compromessi, preferiscono negare il diritto di avere un punto di vista, tentando di instillare paura rispetto alle conseguenze dell’essere in disaccordo con loro e del non rispettare le loro richieste.
8. Insulti
I narcisisti tendono a ingigantire precauzionalmente qualsiasi cosa percepiscano come una minaccia alla propria superiorità. Nel loro mondo, sono gli unici a poter avere sempre ragione e chiunque osi dire il contrario crea una ferita narcisistica che spesso sfocia in rabbia. Nei casi peggiori queste persone scelgono di esprimere la propria rabbia narcisistica attraverso gli insulti quando non riescono a trovare un modo migliore di manipolare l’altrui opinione o gestirne l’emozioni. Gli insulti sono il loro metodo più semplice per umiliare e offendere l’intelligenza, l’aspetto ed il comportamento invalidando allo stesso tempo il diritto ad essere un individuo con un proprio punto di vista.
9. Condizionamenti distruttivi
Le persone tossiche condizionano fino ad associare i propri punti di forza, i talenti e i ricordi felici ad abusi, frustrazioni ed offese. Lo fanno sminuendo le qualità o i tratti che una volta idealizzavano e, allo stesso tempo, sabotando obiettivi, rovinando festività e vacanze. Potrebbero persino isolare la vittima da amici e famiglia.
10. Diffamazione e stalking
Quando le personalità tossiche non riescono a controllare il modo in cui uno si vede, cominciano a controllare il modo in cui gli altri lovedono; si comportano da vittime, lasciando che sia la vittima ad essere etichettato come l’individuo tossico. Una campagna diffamatoria è il primo passo per sabotare la reputazione in modo che si non abbiano persone amiche su cui appoggiarsi in caso si decida di distaccarsi e tagliare i ponti con loro.
11. Love-bombing e svalutazione
Le persone tossiche fanno attraversare una fase di idealizzazione fino a quando non si è sufficientemente immerso ed assorto da cominciare un’amicizia o una relazione con loro. Solo allora cominciano a svalutare, insultando proprio quelle cose che prima tanto ammiravano.
12. Difesa preventiva
Le persone tossiche ed abusive esagerano nell’esaltare la propria capacità di essere gentili e compassionevoli. Spesso dicono che dovresti fidarti di loro a prescindere, senza prima costruire una solida base di effettiva fiducia. Potrebbero “esibire” un alto livello di empatia all’inizio della relazione, per togliersi questa falsa maschera soltanto in un secondo momento. Nella fase di svalutazione del ciclo dell’abuso, quando la falsa maschera comincia pian piano a cadere, si scoprono come in realtà terribilmente freddi, insensibili e sprezzanti.
13. Triangolazione
Con “triangolazione” si intende l’atto di inserire nella dinamica interattiva un’opinione, prospettiva o la minaccia possibile di una terza persona. Spesso usata per convalidare l’abuso della personalità tossica, invalidando allo stesso tempo le reazioni della vittima a suddetto abuso, la triangolazione può anche essere usata per inventare triangoli amorosi per rendere la vittima insicura di sé stessa.
14. Frecciatine aggressive spacciate per battute
I narcisisti “in borghese” si divertono a fare battutine maliziose. Solitamente le spacciano per “battute” in modo da potersi permettere di dire cose terribili mantenendo un’aria innocente e tranquilla. Questa è una tattica utilizzata spesso nell’abuso verbale.
15. Sarcasmo condiscendente e tono paternalistico
Sminuire e denigrare qualcuno è il punto forte di una persona tossica, e il loro tono di voce è soltanto uno degli strumenti in loro possesso. Il sarcasmo può essere una via comunicativa divertente quando entrambe le parti sono d’accordo, ma i narcisisti lo usano costantemente come metodo per manipolare e denigrare.
16. Farti vergognare
“Dovresti vergognarti” è una delle frasi preferite di una persona tossica. Può essere usata anche da qualcuno di non tossico, certamente, ma nel mondo dei narcisisti e dei sociopatici è un metodo efficace che ha come obiettivo ogni comportamento o convinzione che potrebbe mettere in pericolo il loro potere. Può anche essere utilizzato per distruggere o assottigliare l’autostima della vittima: se la vittima osa essere orgogliosa di qualcosa, farla vergognare per quel particolare tratto, qualità o traguardo può servire a diminuire la loro stima di sé e allontanare ogni orgoglio che possono provare.
17. Controllo
Le persone amano manipolare per mantenere il controllo su ogni cosa e sulle tue finanze e i social network e gestiscono al dettaglio ogni angolo della tua vita. Eppure, il meccanismo più potente a loro disposizione per controllarti è di giocare con le tue emozioni.
Il compito del clinico nella presa in carico della vittima
Compito del clinico, dunque, è quello di incoraggiare il funzionamento ed il senso di agency del soggetto dipendente, evitando di colludere con le sue richieste implicite e non di subordinazione. Secci, sulla base della propria esperienza clinica e del proprio approccio basato sulla terapia breve focale evidenzia (2014) quelle che sono delle aree-obiettivo verso le quali orientare le finalità a breve e medio termine della psicoterapia, da lui stesso indicate come le “grandi sette A”.
Esse sono:
– Autonomia: implica l’acquisizione del decision making rispetto a quelli che sono i propri bisogni affettivi e di maturare un senso di autonomia ed integrità rispetto alle scelte ed orientamenti altrui;
– Autostima che si tramuta nella riconquista di un proprio valore nell’integrazione di aspetti piacevoli o no di se stessi tramite auto-accettazione;
– Auto-realizzazione che possa spingere l’individuo ad utilizzare le proprie risorse per perseguire mete e obiettivi personali;
– Auto-consapevolezza ossia la capacità di individuare e riconoscere il proprio funzionamento emotivo, cognitivo e relazionale ed essere consapevole delle conseguenze delle proprie condotte;
– Assertività: utilizzare strumenti comunicativi costruttivi ed efficaci;
– Apertura ossia confrontarsi autenticamente con gli altri;
– Affettività ossia cogliere il ponte tra passato e presente del significato delle relazioni importanti per l’individuo, il quale spesso soggiace degli schemi relazionali disfunzionali.
Per accedere alla tesina completa da cui è stato estratto tale articolo e fruire dei contenuti esclusivi integrali di AIPG, diventa associato cliccando sul seguente link: https://aipgitalia.org/modalita-di-iscrizione/