Crime Classification Manual

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Giacomo Piperno

Il manuale dell’FBI sulla classificazione e investigazione dei crimini violenti.  

Douglas J. E., Burgess A. W., Burgess A. G., Ressler R. K., Centro Scientifico Torinese, 2008. Pp. 611, Euro 29,00.

Questa è la traduzione della seconda edizione del Manuale dell’FBI – dedicato “alle vittime dei crimini violenti e agli uomini e alle donne che lavorano instancabilmente per ottenere giustizia” – che ha visto la luce nel 2006 ad opera dell’editore John Wiley & Sons (ma la primissima edizione del Crime Classification Manual – CCM è del 1992).

L’edizione italiana è a cura di Massimo Picozzi, che firma anche la Prefazione.

Gli stessi curatori – che sono stati affiancati da quindici esperti nella stesura dei capitoli – hanno delineato chiaramente gli scopi del Manuale: definire una terminologia comune, facilitare la comunicazione tra gli ambiti della giustizia e della salute mentale, fornire informazioni sui differenti crimini che sono commessi al giorno d’oggi e sviluppare un sistema efficace per raccogliere e archiviare le informazioni. Nel suo complesso il Manuale si presenta come una vera e propria testimonianza dei progressi che sono stati compiuti dalle discipline che convergono verso l’investigazione e l’analisi delle situazioni/dinamiche criminali. Rispetto all’edizione precedente si sono aggiunte alcune nuove categorie di eventi criminosi tra le quali l’omicidio basato su motivi religiosi, l’omicidio di donne anziane a sfondo sessuale e i crimini non letali (vale a dire i reati come il furto, la rapina e le aggressioni che non hanno come esito la morte della vittima).

Le quattro sezioni del Manuale coprono un vastissimo territorio. La prima parte è dedicata all’analisi del crimine e all’investigazione, soffermandosi sui concetti chiave della classificazione, mentre la seconda parte tratta delle specifiche classificazioni dell’azione criminale. Di particolare interesse sono i tre capitoli dedicati ai crimini informatici e in rete che trattano nello specifico il cybercrime e la tipologia degli Internet child sexual offenders. Gli altri capitoli trattano situazioni più tradizionali, per così dire, come gli omicidi (alla classificazione dei quali sono dedicate quasi duecento pagine!), gli strupri e gli attentati. A tali argomenti si collegano i capitoli collocati nella Parte III dedicati ad un esame delle modalità di uccidere: l’omicidio di massa, lo spree murder (omicidio compulsivo) e l’omicidio seriale. L’ultima sezione del volume si chiude con l’analisi di due blocchi di controversie in tema di crimini: le condanne ingiuste (quindi gli errori giudiziari) e le confessioni criminali. Su questo ultimo punto si segnalano le osservazioni circa le cinque categorie di sfide che si devono affrontare nel momento dell’interrogatorio e le accortezze professionali che l’investigatore deve sempre osservare.

Numerosi casi di studio arricchiscono ogni parte della trattazione, mentre gli autori si sono sforzati di rendere le questioni con un linguaggio chiaro e lineare. Oltre alla Bibliografia finale sono altresì da segnalare numerose indicazioni di siti internet nei quali poter reperire informazioni specifiche.

Il pull di autori è composito: Douglas è stato per trent’anni agente dell’FBI ed è un famoso esperto statunitense di criminologia. Anche Ressler proviene dall’FBI, mentre i due Burgess sono docenti unversitari.

Come ha notato Picozzi introducendo il testo, leggendo queste pagine si può apprezzare il fertile connubio del lavoro svolto da investigatori, agenti speciali e psichiatri, e – più in generale – si comprende in pieno quale può essere il valore della collaborazione che può crearsi tra le forze deputate alla sicurezza, i criminologi, gli psichiatri e gli psicologi nello studio del crimine e della personalità criminale.

Andrea Castiello d’Antonio

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